Il gruppo “Insieme per Villa d'Adda” è nato nel 1993 per libera iniziativa di un gruppo di cittadini provenienti da esperienze diverse (quasi per nessuno di tipo politico), ma con una comune volontà: mettere a disposizione un po' del proprio tempo e del proprio impegno a favore del paese.

Decisero di incontrarsi per analizzare la vita sociale e civile di Villa d'Adda e per elaborare insieme proposte che potessero migliorare il territorio e la convivenza della comunità. Furono incontri molto partecipati ed aperti a tutti senza nessuna preclusione: nel 1994 la decisione di stendere un programma e di costituire una lista civica che si potesse presentare alle elezioni comunali di quell'anno.

La lista “Insieme per Villa d'Adda” ottenne un ampio consenso da parte dei nostri concittadini e così anche nei due mandati successivi. Il gruppo che si presenta oggi agli elettori è composto solo in parte dalle persone che diedero origine a quest'esperienza: altre se ne sono aggiunte negli anni tra cui diversi giovani. Le persone sono cambiate ma i principi fondanti sono ancora gli stessi e vogliamo fermamente ribadirli oggi, nel momento in cui ci proponiamo ancora per un nuovo mandato amministrativo a servizio del nostro paese.

giovedì 19 dicembre 2013

Porcellum in salsa bergamasca: l'Amministrazione "creativa" continua a tenere banco in Municipio

A raccontarla, sembra una storia in tutto e per tutto simile a un'altra “favola vera”... senza lupi e invece dei tre porcellini, con un unico “Porcellum”. Che però basta e avanza: il paragone si riferisce al fatto che una legge elettorale sia stata approvata e applicata per anni a livello nazionale prima che ci si accorgesse che – piccolo particolare – è incostituzionale, ovvero vìola una normativa di grado superiore.

Cose che accadono in Italia. E anche a Villa d'Adda dove, fatte le debite proporzioni, dal Municipio si continua ad adottare un criterio quanto meno “creativo”, nell'esercizio della Pubblica amministrazione. Il tema è il bando che la Giunta Biffi ha messo a punto per arrivare ad affidare per il 2014 la gestione del centro socio-culturale “Don Bosio”, più universalmente conosciuto come Colonia.

Ora, l'affidamento semestrale temporaneo scadrà a San Silvestro. L'idea è di individuare un operatore che prosegua lungo la medesima strada (e, se il Parco Adda lo consentirà, che gestisca anche l'annesso Ostello). C'è un però. Esiste, infatti, da tempo un regolamento che norma l'utilizzo della struttura e che sottolinea a chiare lettere come la sua vocazione sia squisitamente “sociale”. Concetto che fa a pugni col “fare business” caro ai nostri amministratori.


Nell'ultimo Consiglio il segretario comunale – che ha anche il ruolo di supremo garante della correttezza di ogni processo amministrativo – interrogato dal nostro capogruppo Bepi Locatelli ha spiegato che approvando la delibera relativa allo schema di bando di gara, quel “vecchio” regolamento veniva automaticamente annullato.

Cosa?

“Semmai dovrebbe essere che una convenzione si adegui a un regolamento, atto che ha una forza amministrativa ben più rilevante. Non il contrario”, ha giustamente rilevato l'ex capogruppo di Insieme per Villa d'Adda Alfredo Caseri.

Ma non è l'unico caso. L'Amministrazione “creativa” rispunta sempre più spesso e volentieri. Un ulteriore volo pindarico ha recentemente visto ancora una volta protagonista il segretario comunale. Alla luce del clima “circense” dei primi Consigli comunali, Insieme per Villa d'Adda ha sollecitato un maggior contegno e rispetto per la massima istituzione municipale, chiedendo fra l'altro conto della presenza di un agente di Polizia locale in occasione delle sedute del parlamentino locale.

Chi l'ha visto? Vigile non pervenuto. Perchè? Non si sa.

Ora, però, il secondo comma dell'articolo 45 del regolamento del Consiglio comunale recita chiaramente:

“I poteri per il mantenimento dell'ordine nella parte della sala destinata al pubblico spettano al sindaco, che li esercita avvalendosi, ove occorra, dell'opera della Polizia municipale, la cui presenza in servizio, durante le adunanze del Consiglio comunale, è obbligatoria”.

Più chiaro di così... E invece no, perchè il segretario dal cilindro ha estratto la machiavellica interpretazione secondo cui “in servizio” significa che il poliziotto di turno deve genericamente trovarsi al lavoro, ma in teoria anche a pattugliare le strade. Per il sindaco addirittura vuol dire che l'agente di Pubblica sicurezza deve rimanere “reperibile” (anche sul divano di casa, purchè entro un raggio di tot chilometri dal Municipio?).

Ma finiamola di arrampicarci sugli specchi... Cari lettori, rileggete, per cortesia, la citazione dal regolamento e giudicate da soli.

3 commenti:

  1. Premesso che il segretario comunale - lo dice la parola - dovrebbe avere il solo ruolo di controllo, supervisione e verbalizzazione di quanto si decide il Consiglio comunale - non capisco come mai debba promuovere e supportare scelte prettamente politiche dell'amministrazione governante,rammentandogli il suo ruolo facciamolo tacere una volta per tutte invitando assessori e sindaco a spiegare loro, quanto stanno facendo e/o deliberando.
    Così sentiremo altre minchiate, e diventa anche una riunione di consiglio più animata e gradevole nell'ascolto.

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  2. Purtroppo, "per risparmiare" l'attuale maggioranza ha come responsabile di servizio lo stesso segretario, quindi il controllore è diventato il controllato (nulla di strano nella politica italiana) al quale si può delegare la risposta.
    Gli ultimi consigli comunali, come ribadito dal consigliere Locatelli, la minoranza sta correggendo i conpiti alla maggioranza, che non rilegge ( se le legge) cio che a suo nome presenta, e non parlo di errori di scrittura ma errori macrosopici.
    Rammento che in consiglio comunale non si può ridere ad alta voce, quindi risulterebbe difficile seguirlo
    Leonardo

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  3. siamo gente civile e la presenza dl vigile puo' essere tranquillamente messa da parte anche per risparmiare qualcosina - In tutti questi anni cosa faceva il vigile? solo presenza che pero' costava.

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