Lettera aperta ai sindaci interessati alle provincie di Bergamo
e Lecco all’agenda XXI
locale area Dalmine Zingonia Isola bergamasca, al parco Adda Nord, alle
Provincie di Bergamo e di Lecco e alla Regione Lombardia.
ITALCEMENTI: LE NOSTRE
PROPOSTE
Com’è noto
Italcementi, lo scorso ottobre 2014, ha presentato una richiesta di
autorizzazione per incrementare dagli attuali 30.000 t/anno fino a 110.000
t/anno l'utilizzo di rifiuti solidi non pericolosi in sostituzione del Pet-coke
nell’impianto di Calusco D’Adda (BG). Tale progetto è soggetto a procedura di
VIA provinciale e lo scorso 18 febbraio si è tenuta la prima conferenza di
servizi.
La richiesta
rientra nel campo dei cosiddetti “Combustibili Solidi Secondari”, che andranno
a produrre oltre il 50% del calore necessario al forno di cottura del clinker.
Per Combustibili Solidi Secondari (CSS) s’intendono i combustibili solidi
prodotti da rifiuti non pericolosi, sia di origine urbana che speciale
(compresi i rifiuti industriali), che rispettano le caratteristiche individuate
delle norme tecniche UNI CEN/TS 15359 e s.m.i.
La parziale
sostituzione di un combustibile come il Coke di petrolio, che è la frazione
solida terminale della raffinazione del petrolio e contiene alti tenori di
zolfo e di metalli tossici (Vanadio 2000 mg/kg, Nichel 400 mg/kg), rappresenta
l’occasione per ridurre in modo significativo l’impatto ambientale di un
impianto che è tra le maggiori fonti emissive industriali della Lombardia e si
trova all’interno del Parco Adda Nord.
C’è però da
sottolineare innanzitutto come l’impianto Italcementi di Calusco D’Adda, già da
7 anni, sia autorizzato ad utilizzare rifiuti non pericolosi quali il
Combustibile Derivato da Rifiuti “CDR” (30.000 t/anno) in parziale sostituzione
del coke di petrolio per l’alimentazione del forno di cottura. Questa
autorizzazione era stata oggetto di un lungo iter partecipativo che aveva
coinvolto, oltre al comune di Calusco d’Adda, molti comuni del territorio
circostante (sia in provincia di Bergamo che in provincia di Lecco), le forze
sindacali, gli enti di controllo istituzionali quali ARPA e ASL, le
amministrazioni provinciali di Bergamo e Lecco, nonché i portatori d’interesse
diffuso compresa la nostra associazione. Al termine di questo iter era stato
sottoscritto un accordo, sfociato poi in una convenzione all’interno della
quale Italcementi assumeva diversi impegni con le amministrazioni locali che ad
oggi non sono completamente attuati.
In particolare Italcementi si assumeva
l’impegno di riattivare lo scalo merci ferroviario all’interno del sito
produttivo con conseguente riduzione dei trasporti su gomma. Questo impegno è
ad oggi disatteso, a quanto pare per lungaggini burocratiche.
Il
trasporto ferroviario è di importanza primaria per un Paese che punta a migliorare
la sua capacità produttiva e di coesione sociale, ed è al contempo di
gran lunga maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale,
rispetto al trasporto su gomma. Si avrebbero diminuzione dei costi
ambientali dovuti al traffico e all’inquinamento, ma anche di quelli sociali e
sanitari dovuti agli incidenti stradali. Quindi ci deve essere un
impegno ed uno sforzo affinchè il trasferimento delle merci dalla gomma alla
rotaia divenga realtà nei tempi più rapidi possibili.
In questo contesto
riteniamo imprescindibile
che l’esperienza del tavolo di
confronto, aperto in passato grazie all’Agenda XXI locale, che coinvolse tutti i portatori d’interesse
diffuso presenti sul territorio, debba essere nuovamente promosso dalle
amministrazioni comunali coinvolte (in primo luogo dal comune di Calusco
D’Adda), in quanto i sindaci, in qualità di autorità sanitarie, sono
responsabili della salute dei cittadini e le emissioni di Italcementi non
riguardano solo il territorio di Calusco. Le amministrazioni comunali hanno
l’obbligo morale e legislativo di collaborare tra loro e di confrontarsi con le
istituzioni preposte a rilasciare l’autorizzazione.
A questo proposito lanciamo alle
amministrazioni comunali interessate una serie di proposte da analizzare e
discutere all’interno del tavolo di
confronto:
1.
Venga fissato un percorso con tappe certe affinché si giunga nei
tempi più brevi possibili all’entrata in servizio dello scalo merci
ferroviario. Siamo quindi a sollecitare oltre la società Italcementi, anche i
sindaci che hanno sottoscritto l’accordo affinché, per quanto di loro
competenza nell’interesse dei cittadini, compiano tutti gli atti necessari al
rispetto di questo fondamentale impegno.
2. Per quanto
riguarda il progetto: la sostanziale riduzione dell’impatto ambientale è una
necessità imprescindibile. Quindi una generale riduzione dei limiti alle
emissioni deve essere la premessa per sollecitare l’impiego delle migliori
tecnologie disponibili. Un sistema efficiente ed efficace che parta innanzitutto
dall’abbattimento degli Ossidi di azoto (NOx) con il dimezzamento delle emissioni attraverso l’installazione, a valle dell'attuale DeNOx
termico, di un impianto DeNOx catalitico analogamente a quanto Italcementi ha
installato nella propria cementeria di Rezzato (BS). La riduzione degli
ossidi di azoto, in una fonte emissiva importante come quella di Italcementi è
di fondamentale importanza per l’impatto ambientale. Questa classe
d’inquinanti, oltre a contribuire alle
"piogge acide" (siamo nel parco Adda Nord), costituisce il
"precursore” per la formazione nell’atmosfera di polveri sottili (PM10)
e, per azione delle radiazioni UV solari, di formare Ozono e il cosiddetto smog
fotochimico (Alchilnitrati, Perossiacetililnitrati PAN, ecc). I danni maggiori alla salute umana dovuti direttamente e
indirettamente alle emissioni di NOx si
verificano nei bambini: perché hanno una frequenza respiratoria
maggiore, e il sistema immunitario non è ancora completo. Su chi soffre di asma: perché presentano difficoltà respiratorie.
Provocano allergie e irritazioni:
perché il biossido di azoto esercita il suo effetto tossico
principalmente sugli occhi, sulle mucose e sui polmoni. Sulla vegetazione: perché altera gli equilibri
ecologici e ambientali.
3.
Chiedere
formalmente alla provincia di Bergamo di subordinare l’autorizzazione alla:
· riduzione dei valori
limite alla concentrazione massima degli inquinanti emessi dal forno di
cottura ove si impiegano i CSS ai livelli consentiti dall’applicazione delle
MTD (NOx < 400 mg/Nm3S, polveri < 5 mg/Nm3S,
metalli tossici D.Lgs. 133/2005 < 0,05 mg/Nm3S, PCDD/F < 0,05
ng/Nm3 comprensivi di PCB
dioxin like)
· prescrizione di un sistema
di limiti all'emissione degli inquinanti dal forno di cottura del clinker
espresso come flusso di massa orario e annuo basati sulla concentrazione media
attesa a seguito dell'applicazione del sistema SCR (es. NOx < 200 mg/Nm3;
polveri < 2 mg/Nm3);
· Limitazione
dell'autorizzazione all’utilizzo delle tipologie di CSS con contenuto di
metalli tossici D.Lgs. 133/2005 inferiore o uguale a quello del PetCoke (pesato
rispetto al potere calorifico) al fine di non aumentare l'emissione dei metalli
tossici;
· stipula di un
protocollo di sperimentazione, come avvenuto in passato e come avviene in
analoghe situazioni sia in Italia che nel resto d’Europa, che verifichi
l’effettivo miglioramento delle emissioni a seguito della progressiva
sostituzione del combustibile nel forno di cottura del clinker; dovrà essere
verificato anche che diminuiscano o comunque non aumentino le emissioni dei
microinquinanti organici e dei metalli pesanti tossici;
· vincolo all'utilizzo di
CSS disponibili nel bacino provinciale prima
di poter accedere a fornitura extraprovinciali;
· adozione di procedure di
controllo delle forniture e tracciabilità dei CSS utilizzati.
Bergamo 27/02/2015
Nicola Cremaschi
LEGAMBIENTE BERGAMO
Luciano Gelfi
LEGAMBIENTE CERCA
BREMBO FILAGO
Ci manca forse una figura importante, e onestamente non saprei chi possa incaricarsene, un ente terzo competente e responsabile in grado di monitorare e certificare la "salubrità" delle emissioni in atmosfera. Ovviamente questo ente dovrebbe rispondere, anche in solido, di eventuali effetti collaterali indesiderati che possano essere ricondotti a questa attività. E senza inventarci chissà che, e non solo per la presenza di questo impianto, tenere sotto stretta e costante osservazione tutte le patologie riscontrate sul territorio e confrontarle con quelle della nostra regione. Sono sicuro che la nostra sanità abbia già dati certi e verificati che permettano di monitorare la situazione, e consentano di rilevare velocemente la comparsa di situazioni critiche. Le certificazioni, la tracciabilità e quant'altro sono sicuramente un fatto importante ma a volte la realtà può essere molto più critica e riservare aspetti severi e crudeli e a volte letali.
RispondiEliminanon c'è da inventarsi nulla, l'ASL ha già tutto monitorato, sono decenni che silenziosamente selezionano le problematiche di salute della popolazione, nel territorio dell'isola si è accentuato negli ultimi anni il mesotelioma pleurico, c'era la Sacelit, ma l'Italcementi non scherza. Le fibre di miniera-cava contenute nel cemento sono cancerogene.
RispondiEliminaSono contento che l'Asl monitori il tutto, sarebbe interessante che vengano resi pubblici, visto che ci riguardano. C'è qualcuno che ha accesso a questi dati e magari ce li spiega?
RispondiEliminaGrazie.