Ieri sera nella sala civica della biblioteca si è
tenuta la commemorazione della Shoah.
Sul palco si sono alternati: la
Dottoressa Paola Caon che emozionata ha
saputo emozionare, il
Prof. Felice Bassani che ha sviluppato un’analisi forse
troppo pessimistica sul futuro dell’umanità e il
Sig. Franco Gambirasio che, in
gran spolvero, ha messo il giusto pepe alla serata con interventi puntuali e in
punta di fioretto.
Altissimo poi il
livello dei musicisti Antonio Serratore e Francesco Motta ai quali va un plauso
particolare per le toccanti esecuzioni
offerte e che hanno dimostrando quanto la buona musica possa toccare le
corde più profonde dell’animo umano.
La formula proposta è stata quella del caffè letterario, il
Prof. Marco Vannucci di Passione e Futuro e nuovo bibliotecario ha condotto e moderato la serata con la nota proprietà d’eloquio condita dalla tipica verve toscana che in un
caso l'ha spinto fuori tema (l'ha fatta fuori dal vaso, diremmo più
prosaicamente) accumunando nelle colpe, per i diversi olocausti dell’umanità,
anche la sinistra, forse non considerando che di shoah si dibatteva e quindi di uno specifico crimine nazista
e fascista.
Ciò gli è stato prontamente ricordato prendendo la parola dal
sottoscritto e ribadito con piglio deciso dal Sig. Franco Gambirasio.
Poi la serata è continuata, dopo la pausa caffè, ragionando
attorno al tema della serata e si è conclusa a tarda ora con una toccante
preghiera musicale in una sala ormai quasi vuota e purtroppo mai stata gremita come
avrebbe invece meritato l’importanza del tema trattato.
Mario Milesi
Una quarantina di persone non sono poche per un caffè letterario, considerato che coincideva con la partita dei gobbi juventini, per lo più in un tema unico già ampiamente dibattuto nei media nazionali. Renderlo un dibattito, non oso dire un talk show, è il segreto per incuriosire ed appassionare il pubblico facendolo partecipe con approvazioni o dinighi, in ambedue i casi cercati per dare brio alla serata. La forma di Franco m'inorgogliosisce personalmente, sai bene il perché, diciamo un intellettuale recuperato alla cultura per il bene suo e di tutti noi che gli vogliamo bene. Il farla fuori dal vaso, metaforicamente s'intende altrimenti è maleducazione, profuma di libertà ed è stato un buon viatico per le reazioni. In pratica ho ottenuto quel che volevo: la partecipazione. Vecchi trucchi del mestiere...
RispondiEliminaUna stretta di mano
Marco Vannucci
Senza ombra di dubbio è proprio ( META'-FORI camente) e non è maleducazione, vuole proprio dire metà fuori dal vaso.
EliminaRicambio la stretta
Mario milesi
senza nulla togliere al ricordo e senza retorica alcuna, ma voi di insieme siete diventato fascisti? ricordo che la politica in essere di Vannucci è il fascismo radicale, gli antenati di questo credo politico hanno attivato le leggi marziali, e nemmeno oggi la politica fascista disdegna quanto fatto negli anni '40
RispondiEliminaSi dia lei stesso una risposta, ma la prego... sensata!
EliminaMi spiace deluderla, sono nato nel 1956. Dividi et impera... Quindi, deduco, lei è un uomo di potere. Ci sono tante maniere per farla fuori dal vaso, non esageri ad allagare tutta la stanza. Stia più attento, che diamine!
Eliminami accodo all'anonimo del 29/1 8.52 sig. milesi, le dico che sta dando troppo risalto ha quanto organizza e promuove il Vannucci, penso che nella scorsa tornata elettorale del 2013 di aver sbagliato a vorate insieme, si svegli se vuole essere di sinistra.
RispondiEliminaQuel che il sottoscritto tenta di fare, caro signore, lo fa per la comunità tutta, senza distinzione alcuna. Si rassicuri: non mi candiderò mai per le comunali, ne tanto meno tiro la volata a chicchessia. Non l'ho fatto in passato per città di ben altra dimensione, s'immagini se lo farò adesso. Lei vuole dare un'etichetta politica alle iniziative intraprese, mi creda, è completamente fuori strada. Mi permetta di sorridere pensando ai tanti slogan elettorali di Villa d'Adda, da io ci tengo al voglio bene al mio paese e chi più ne ha più ne metta, peccato che alla luce dei fatti, ovvero quando siete chiamati a portare il vostro contributo alla comunità, ve ne sbattete bellamente i coglioni nascosti dietro la scusa politica. La storia mi dice che vi siete sempre presi a pietra te, a Villa d'Adda, divisi tra paese alto e basso. Non crede sia arrivata l'ora di smettere?
RispondiEliminaMarco Vannucci
Accidenti al sciacquare in arno, qui più che di palle non se ne parla, paura che caschino?
RispondiEliminaMamma natura nonostante tutto e tutti sa fare bene ogni cosa...
Provo a rispondere, con qualche sforzo, ai due anonimi del 28/01 confidando sempre che, chissà, trovino il coraggio di intervenire la prossima volta, non al riparo dell’anonimato, ma in un sussulto di autostima, con il proprio nome e cognome.
RispondiEliminaPartecipando alla serata nel giorno della memoria e scrivendone sul blog non ho certamente voluto come da alcuni insinuato, enfatizzare il ruolo dell’organizzatore, dal quale politicamente sono distante anni luce.
Ho inteso al contrario svolgere un servizio, attraverso il blog insiemepervilladadda a favore di chi, non avendo partecipato, ha potuto avere comunque un sintetico resoconto della serata.
Sia chiaro, non condivido le scelte di questa amministrazione di affidare sostanzialmente alle stesse persone di ESSERCI e PASSIONI E FUTURO servizi e ruoli così rilevanti e sensibili. (trasporto alunni, doposcuola, biblioteca, corsi e manifestazioni varie) senza un coinvolgimento delle altre realtà. Non lo condivido, ma ciò non mi impedisce di usufruire dei servizi per i quali pago le tasse e delle opportunità che il Comune propone alla cittadinanza.
Ho voluto partecipare alla serata perché gentilmente invitato.
Ho partecipato perché da Cittadino e Consigliere ho sentito il dovere di farlo.
Ho voluto partecipare all’evento per non lasciare solo a una parte politica il monopolio della serata su un tema così rilevante e mi dispiace che oppositori di varia natura l’abbiano fatto.
Sono stato il solo tra il pubblico a prendere la parola per contestare il prof. Vannucci quando ha tentando di corresponsabilizzare la sinistra nella’ infamia nazifascista della Shoah, e questo solo fatto ha giustificato e qualificato la mia presenza.
Ci sono stato in memoria di mio zio e mio padre antifascisti e partigiani e per poterle dire caro anonimo, si vergogni per quanto da lei affermato:” ma voi di insieme siete diventati fascisti ?
Mario Milesi
Milesiii, tires insemaaa....
RispondiEliminaHo sbagliato io, Mario Milesi, intervenendo su questo blog. Ho sbagliato in buona fede semplicemente perché antepongo il dialogo a qualsiasi antagonismo, fa parte della mia forma mentis poiché credo nella frase di Voltaire:non sono d'accordo con le tue parole ma mi farei uccidere, affinché tu le possa dire. Inoltre credo fermamente che ideali "lontani anni luce" (a mio avviso non così lontani, l'origine è comune) pur tuttavia, ideali dissimili, non impediscono la stima che riverso nei tuoi confronti, apprezzando l'onestà intellettuale e la cultura espressa. Permettimi l'ultima, piccola, nota: manifestazioni e corsi vari non hanno nessun costo per il comune, idem per lo sportello sociale. Esserci si occupa del pulmino e del pre-scuola e sfido chiunque nell'affermare che non sia soddisfatto del servizio, per il doposcuola me ne occupo personalmente e le note di merito dei ragazzi inorgogliosisce il lavoro svolto. Doposcuola che costa, al sottoscritto, tanti soldini ed il perché lo sai, ma è impagabile constatare il miglioramento scolastico dei ragazzi. Per la biblioteca nessuno creda che tra dieci anni sarò ancora lì, il compito sta nel tentare di far capire l'amore per la letteratura, far divenire la biblioteca un punto di riferimento di studio e di cultura, insegnare ai giovani la passione per i libri e il mestiere del libraio che è ben altra cosa dal semplice bibliotecario. Il caffè letterario sarà ripetuto mensilmente per fa si che diventi un appuntamento irrinunciabile culturale e di dialogo. Quando tutto questo sarà realtà avrò esaurito il mio compito, sappi. Cultura, non politica per lo più deleteria e faziosa. Cultura e dialogo tra gente perbene.
RispondiEliminaCon immutata stima.
Marco Vannucci